Con la denominazione di Linea Cadorna è stato identificato, negli ultimi trent’anni del Novecento, il sistema di fortificazioni militari costruite durante la Prima Guerra Mondiale lungo il confine italo-svizzero, dalla Valle d’Aosta alle Prealpi Orobie, per fronteggiare un possibile attacco delle forze austro-tedesche al territorio italiano attraverso la Confederazione Svizzera. La tradizione popolare ha associato l’imponente opera al nome del generale Luigi Cadorna, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano che nel 1915 rese esecutivo il progetto e che seguì personalmente la realizzazione delle opere; nei documenti storici invece questa linea difensiva riporta come denominazione ufficiale “Linea di difesa alla Frontiera Nord”. L’attività di recupero dei materiali avviata subito dopo il termine del conflitto mondiale, i mutamenti urbanistici effettuati su tutto il territorio nell’arco di cento anni hanno modificato le strutture militari cancellandone alcune, adibendone altre ad usi agricolo-pastorali, modificando la viabilità con interventi che di fatto andavano ad interrompere quella continuità pressoché lineare dei collegamenti.
La costruzione di questa linea fu il compendio di quasi cinquant’anni di studi, progettazioni, ricognizioni, indagini geomorfologiche, pianificazioni strategiche, ricerche tecnologiche.
Con l’attenuarsi dei rapporti di alleanza con Germania ed Austria e l’esplicarsi delle non più tanto celate simpatie germanofile dei superiori apparati militari svizzeri, il governo italiano si trovò a prendere in considerazione la possibilità di una probabile infiltrazione nemica attraverso il confine con la Svizzera.
A partire dal 1911 furono costruiti lo sbarramento di Gravellona Toce (fortificazioni sul Monte Orfano a difesa degli accessi dalla Val d’Ossola e dal Lago Maggiore) e gli appostamenti per artiglieria sui monti Piambello, Scerré, Martica, Campo dei Fiori, Gino e Sighignola.
Nel frattempo anche la Svizzera intensificò i lavori di fortificazione verso l’Italia, realizzando opere di sbarramento a Gordola, Magadino, Monte Ceneri e sui monti di Medeglia.
Lo scoppio della guerra, 23 luglio 1914, e gli avvenimenti successivi tra cui l’invasione del Belgio neutrale e i cambi di alleanze tra le varie potenze europee, accentuarono i dubbi sulla volontà del Governo elvetico di far rispettare la neutralità del proprio territorio.
Con l’entrata in guerra dell’Italia contro l’Austria il 24 maggio 1915 e con la prospettata dichiarazione di belligeranza contro la Germania, il generale Luigi Cadorna, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito dal luglio del 1914, ritenendo fondato il timore di una possibile invasione austro-tedesca, ordinò di avviare i lavori difensivi versa la frontiera svizzera, rendendo esecutivo il progetto di difesa già predisposto. La linea difensiva non venne mai utilizzata.